San Matteo, centro internazionale per lelettrochemioterapia
(Pavia, 23 marzo 2017) - L’obiettivo è organizzare l’esperienza dell’Otorinolaringoiatria del San Matteo nel campo del trattamento elettrochemioterapico di neoplasie solide in un vero e proprio Centro di riferimento internazionale . Lo scopo? Trasferire ad altre specialità, innanzitutto del Policlinico, ma anche di altri centri specialistici italiani ed europei, le conoscenze sulle opportunità del trattamento antitumorale. Studi e attività clinico-assistenziale hanno confermato la sua elevata efficacia, una bassa tossicità e limitati effetti collaterali.
Recentemente l’utilizzo dell’elettrochemioterapia è aumentato nella cura dei tumori avanzati nell’area testa-collo, specie quando le procedure standard hanno fallito o hanno dati risultati irrilevanti o, ancora, hanno provocato una grave compromissione estetica e funzionale.
“Al San Matteo si è cominciato a sfruttare questa metodica – spiega Marco Benazzo, Direttore della struttura di Otorinolaringoiatria – a partire dal 2009. Il programma di sviluppo ha portato, poi, alla realizzazione di trial clinici nazionali ed internazionali che hanno permesso di verificarne l’efficacia e la bontà terapeutica. Nell’ambito di questo programma, abbiamo ospitato parecchi colleghi italiani e stranieri che hanno potuto seguire un training formativo e quindi esportare tale metodica di trattamento nelle proprie realtà. Soltanto nei giorni scorsi sono stati con noi medici provenienti da Sri Lanka e della Russia”.
L’elettrochemioterapia si basa sul fatto che quando una cellula viene sottoposta ad una sollecitazione elettrica, la sua membrana si altera consentendo ad alcune molecole di attraversarla rapidamente (cosa che normalmente non avviene), colpendo in modo decisivo la lesione cancerosa.
Il farmaco chemioterapico viene somministrato al paziente, per via endovena o locale, 15 minuti prima di sottoporlo, utilizzando degli aghi o degli elettrodi, ad una impulso e stimolazione elettrica che permetterà al farmaco di aggredire le cellule tumorali o ridurne notevolmente la massa, risparmiando i tessuti sani.
Di più: il malato, anche quello particolarmente fragile come l’anziano (al Policlinico di Pavia sono statui trattati, con questa tecnica, anche novantenni), ben sopportano il trattamento, senza registrare quegli effetti collaterali che spesso sono associati alla chemioterapia.
L’impegno del Policlinico in questi anni ha richiamato a Pavia pazienti da tutt’Italia. Di qui l’idea e la proposta di creare al San Matteo un Centro di riferimento Europeo.
Vale la pena ricordare che qualche mese fa l’“European Journal of Cancer”, una vetrina scientifica tra le più autorevoli al mondo, ha pubblicato l’esito di una ricerca europea - capofila il San Matteo- proprio sull’utilizzo dell’elettrochemioterapia nei tumori della pelle, nell’area testa-collo. Alla ricerca hanno partecipato anche altri 5 importanti centri ospedalieri europei (a Copenhagen, Barcellona, Lubiana, Londra e Amsterdam), con oltre 100 pazienti arruolati, di cui due terzi soltanto a Pavia.
E ancora: al San Matteo è stato già verificato la possibilità di ampliare le indicazioni per il trattamento elettrochemioterapico in ambito ortopedico (il reparto diretto da Franco Benazzo ha già trattato pazienti con metastasi localizzate alle ossa lunghe e potrebbe partecipare alla messa a punto della tecnica nel trattamento anche delle metastasi vertebrali), in caso di tumore della mammella e presso la regione addominale.