Intervento innovativo su un 26enne colpito da trombosi venosa del cervello, patologia rarissima nella popolazione maschile
Difficile caso al San Matteo di trombosi venosa del cervello in un giovane pavese: pochissimi quelli descritti dalla letteratura scientifica (colpisce meno del 2% della popolazione maschile).
La vicenda è stata felicemente risolta dai neuro radiologi interventisti del Policlinico, diretti da Federico Zappoli, in collaborazione con i neurologi della nuova stroke unit del San Matteo, consentendo al ragazzo di rientrare a casa e riprendere tutte le attività che svolgeva prima del ricovero. “Prima dell’integrazione al San Matteo della nuova struttura sarebbe stato tutto più difficile”, spiega Anna Cavallini neurologa del Mondino e responsabile della stroke.
Il giovane, arrivato in Pronto Soccorso, presentava un disturbo serio dell’eloquio, crisi epilettiche, paralisi della parte destra del corpo. Una TAC documentava, poi, una trombosi venosa cerebrale massiva. Il trattamento a cui veniva sottoposto non dava esiti significativi, tant’ è che in accordo con i neuroradiologi si decideva un approccio endovascolare, unica possibilità di dare al paziente una aspettativa di vita decente.
L’intervento, durato due ore, veniva eseguito da Elvis Lafe giovane neuroradiologo del team di Zappoli: il paziente veniva sottoposto a una procedura (che conta ancora pochi casi) di ricanalizzazione farmacologica e meccanica dei vasi venosi , ottenendo un’ottima disostruzione.
Al rientro in reparto il quadro neurologico risultava decisamente favorevole con un miglioramento proseguito, poi, nelle ore successive e con un completo recupero funzionale del ventiseienne.
(Nella foto, da sinistra a destra, Elisa Candeloro, neurologa, Federico Zappoli, Anna Cavallini, Elvis Lafe)