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ECMO a Pavia: ogni anno sono 70 gli impianti attivati

  (Pavia, 6 dicembre 2017) - L’ECMO è una tecnica di circolazione extracorporea, utilizzata in ambito di rianimazione, come supporto cardiocircolatorio e respiratorio, in pazienti con grave insufficienza cardiaca e respiratoria acuta, potenzialmente reversibile. A questa procedura è stata dedicato, nei giorni scorsi, un congresso presso l’Aula Magna del Policlinico a cui hanno partecipato rianimatori e anestesisti provenienti da tutt’Italia

“L’ECMO – spiega Giorgio Iotti (nella foto), Primario della struttura di Rianimazione e Direttore del Dipartimento di Medicina Intensiva del Policlinico, nonché coordinatore dell’evento scientifico nazionale–permette di spingere il trattamento del paziente oltre i limiti della rianimazione cardiopolmonare classica”.
Vale la pena ricordare che ogni anno, al San Matteo, sono tra i sessanta e i settanta gli impianti ECMO attivati. Di più, e in particolare, precisa Mirko Belliato, responsabile dell’Unità di Rianimazione dedicata all’Assistenza Respiratoria Avanzata, “dal 2008, anno di avvio di un protocollo particolare per pazienti con arresto cardiaco extra ospedaliero, allora unico in Italia, sono stati trattati con ECMO 61 pazienti con arresto cardiaco refrattario, con un tasso di sopravvivenza del 15% circa”.
“La tecnologia ECMO – aggiunge ancora Iotti- può consentire anche di salvare organi e quindi di estendere i limiti convenzionali della trapiantologia. Quest’anno su 8 pazienti deceduti, per i quali ogni tentativo di rianimazione è risultato vano, ben 3 hanno concluso il percorso di donazione multiorgano, consentendo di dare speranza di vita ad altri malati”.
Il programma di donazione a cuore fermo maturato al San Matteo è un riferimento guida nazionale. Il protocollo, spiega Marinella Zanierato, rianimatrice e responsabile del Coordinamento donazioni e trapianti, “ha permesso di prelevare nel 2015, per la prima volta in Italia, il fegato e di ottimizzare il prelievo multiorgano che attualmente include anche i polmoni. Il prelievo di reni da donatore a cuore fermo è, invece, una attività consolidata presso il Policlinico di Pavia”.
“Ad oggi - continua Zanierato - sono stati trapiantati 29 reni da donatori a cuore fermo: 19 presso il centro trapianti di Pavia e 11 presso altri centri. La sopravvivenza del ricevente ad 1 anno e a 5 anni è pari, rispettivamente, al 95% e al 87.5% ed è del tutto sovrapponibile a quella dei trapianti effettuati da donatore in morte cerebrale. I fegati prelevati sono stati 18 e 12 sono stati trapiantati; la sopravvivenza ad 1 anno è dell’84%. Sono stati prelevati anche 4 blocchi polmonari, di cui uno solo è risultato idoneo e trapiantato con successo”.
 
BOX
Nel corso del convegno sull’ECMO sono stati ricortdati anche i 50 anni della Rianimazione a Pavia, al San Matteo, strutturata come reparto a sé stante, tra i primi in Italia, nel 1967: artefice Diego Carbonera, un maestro per i rianimatori italiani, cattedratico di anestesiologia, formatosi in Francia. Quattro anni prima dell’avvio della Rianimazione come struttura a Pavia, Carbonera, sempre al San Matteo, in una stanza della Clinica Chirurgica, aveva provato a fare della rianimazione prolungata in un caso grave di tetano. Oggi il reparto di Rianimazione diretto da Iotti è un centro polivalente con 18 letti, specializzato, in particolare, nel paziente con grave insufficienza respiratoria e cardiaca, in quello politraumatizzato e con danno neurologico. E’ centro di riferimento nazionale per il trattamento con ECMO dell’insufficienza respiratoria e cardiaca gravi.
Alcuni numeri del 2017:
•          700 pazienti ricoverati sino a oggi
•          75% pazienti provenienti dalla Provincia di Pavia
•          13% pazienti da altre ATS Lombarde
•          12% pazienti fuori regione e stranieri
Data ultimo aggiornamento: 06/12/2017