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Una nuova tecnica di sostituzione della valvola aortica

Policlinico San Matteo
Nel corso dell’ultimo mese al Policlinico San Matteo di Pavia l’équipe di cardiochirurghi coordinata dal prof. Mario Vigano, in collaborazione con il team dei cardiologi interventisti ha messo a punto un’innovativa  tecnica per la sostituzione della valvola aortica. L’intervento non richiede né la chirurgia a torace aperto tradizionale (la cosiddetta sternotomia mediana), né l’applicazione di una tecnica mininvasiva, e non si rende necessario nemmeno sottoporre il paziente a circolazione extracorporea : basta una piccola incisione di 4-5 cm a livello della parete toracica sinistra per introdurre una nuova valvola aortica biologica. In casi selezionati l’impianto può essere effettuato addirittura senza l’apertura del torace, attraverso l’arteria femorale.
Fino ad ora, i pazienti giudicati ad alto rischio chirurgico, ovvero i pazienti anziani che presentano una degenerazione senile della valvola o una predisposizione alle embolie cerebrali, potevano essere trattati solo con terapia medica, con un conseguente ridimensionamento delle aspettative di vita.
“Il nostro primo paziente – commenta il prof. Mario Viganò, direttore della Cardiochirurgia del Policlinico San Matteo - è stato un signore di 82 anni, affetto da diverse patologie. Il secondo, di 72, presentava l’aorta ascendente completamente calcificata. La permanenza in sala operatoria è stata di circa un’ora e mezzo (non essendoci bisogno di  circolazione extracorporea), la degenza in reparto mediamente di 5 giorni. Oggi stanno bene e sono stati entrambi dimessi. Questo approccio chirurgico è attualmente indicato in pazienti selezionati affetti da stenosi valvolare aortica calcifica a rischio chirurgico molto alto : si tratta soprattutto di pazienti anziani con altre malattie associate o giudicati non operabili con tecnica tradizionale.”
L’intervento e la protesi
La valvola è costituita da un supporto in acciaio chirurgico e da 3 lembi di materiale biologico proveniente da pericardio bovino, identico a quello di cui sono costruite le protesi valvolari biologiche più diffuse al mondo. Ad oggi, è stata impiantata in quasi 2000 pazienti in tutto il mondo
“L’impianto trans-apicale della protesi – spiega il dr. Marco Aiello, che si è specializzato nella nuova tecnica chirurgica presso i centri di cardiochirurgia di Francoforte, Lione e Rouen - comporta una piccola incisione di 4-5 cm tra le due costole, nella metà sinistra del torace. Attraverso questo accesso si raggiunge l’apice del ventricolo sinistro attraverso cui vengono introdotti i cateteri con cui verrà eseguita una valvuloplastica aortica con palloncino prima e l’impianto della protesi valvolare poi”.
Condizione essenziale – sottolinenano – è stata la collaborazione interdisciplinare tra cardiologi, cardiochirurghi ed anestesisti.
“Siamo fieri di avere all’interno della nostra Fondazione professionisti come il prof. Mario Viganò - ha commentato il presidente della Fondazione, Alberto Guglielmo. Inoltre va evidenziato come la buona riuscita di interventi come questi sia stata possibile grazie all’alto livello di specializzazione dei nostri medici e alla loro capacità di lavorare in team.”
Data ultimo aggiornamento: 06/05/2009