Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo
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Notizie e avvisi

5° Giornata Mondiale sull’Ictus cerebrale

Policlinico San Matteo

Presso il Policlinico San Matteo esiste un percorso diagnostico e terapeutico ben consolidato che permette di trattare il paziente con ictus emorragico (per la rottura di aneurismi o angiomi cerebrali) o ischemico (quando non arriva ossigeno al cervello per la chiusura dei rami arteriosi) attraverso la collaborazione di un’equipe multidisciplinare.

Il paziente arriva in Pronto Soccorso, generalmente accompagnato dagli operatori del 118, gli viene assegnato un codice a seconda della gravità del caso, e viene immediatamente sottoposto ad una visita da parte degli specialisti del Pronto Soccorso che da maggio scorso collaborano con gli specialisti neurologi della Fondazione Mondino che sono presenti presso il Pronto Soccorso del San Matteo. Quindi gli accertamenti radiologici in Radiodiagnostica, con l’esecuzione di TAC e ANGIOTAC, per stabilire se si tratta di un ictus ischemico o emorragico.
In caso di ictus emorragico il paziente viene valutato dai neurochirurghi che insieme ai neuroradiologi-radiologi interventisti, decidono se operarlo per via tradizionale od endovascolare in sala angiografica.
Se invece si tratta di ictus ischemico il trattamento terapeutico consiste nella trombolisi ( iniezione di un farmaco per dissolvere il trombo) per via venosa, gestita dai clinici, o nella trombolisi arteriosa, che può essere farmacologica o meccanica. Nel caso in cui il paziente debba essere ricoverato, in base alla gravità del caso e alla disponibilità dei posti letto, viene accolto presso la stroke unit presente nella Clinica medica II del Policlinico San Matteo o presso la stroke unit della Fondazione Mondino.
Il trattamento in sala angiografica è quello per i casi più gravi.
Tecnicamente, mediante una puntura all’inguine, l’operatore naviga attraverso le arterie maggiori con tubicini filiformi (cateteri) e raggiunge l’interno del cervello. Materiali ed equipe d’avanguardia consentono non solo di raggiungere la sede dell’ostruzione, spesso causata da sangue coagulato, il cosiddetto trombo, ma anche di attuare nel minor tempo possibile trattamenti salvavita come la disostruzione meccanica e/o farmacologia del vaso occluso.


Un caso clinico : la storia di Maria
La storia di Maria, di 67 anni, è piuttosto comune: da sei mesi circa ha problemi neurologici da quelli lievi a quelli più gravi come perdita di coscienza, caduta a terra con mancanza di forza al braccio e alla gamba a sinistra.
Giunta al Pronto Soccorso della Fondazione Policlinico S. Matteo viene sottoposta ad esami radiologici come TAC, Risonanza ed Eco-Doppler transcranico con diagnosi di occlusione acuta dell’arteria basilare (unica arteria che rifornisce la parte posteriore del cervello e il tronco cerebrale ove risiedono tra gli altri i centri di controllo del respiro).
Vista la gravità del caso è richiesto l’intervento dei Radiologi dell’Unità Operativa di Radiodiagnostica del San Matteo, diretta dal dr. Federico Zappoli Thyron: l’equipe reperibile, attivata la sala operatoria angiografica, esegue la disostruzione dell’arteria basilare utilizzando la terapia farmacologica e meccanica.
Maria era arrivata al Pronto Soccorso con paralisi di braccia e gambe e in stato di incoscienza e incapace di parlare. L’arteria basilare chiusa le è stata riaperta con successo e senza complicanze.
In una patologia, come questa, in cui il tempo è nemico del paziente, ma anche dei medici curanti, solo l’accuratezza e la rapidità della diagnosi e terapia consentono di sperare in un recupero: dopo una riabilitazione relativamente breve (un mese), Maria è stata dimessa dalla Fondazione Mondino, cosciente, capace di parlare, capire e camminare con il solo aiuto di un bastone. Se non fosse stata trattata in questa maniera sarebbe molto probabilmente deceduta come l ‘83 % dei pazienti in questa situazione o condannata ad uno stato vegetativo.


In Europa, l’ictus rappresenta la prima causa di disabilità a lungo termine ed è la terza causa di morte: basti pensare che ogni 20 secondi una persona è colpita da ictus cerebrale e che ogni anno a causa di questa patologia muoiono circa 650.000 persone. Un dato drammatico è la diminuzione significativa dell’età dei pazienti colpiti da ictus.
La Giornata Mondiale contro l’Ictus cerebrale - World Stroke Day - rappresenta l’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa situazione. L’obiettivo è quello di raggiungere in poco tempo un ottimale coordinamento tra le varie fasi di cura della malattia: prevenzione, trattamento in ospedale, riabilitazione e reinserimento sociale, in una visione moderna dell’assistenza che viene definita continuità assistenziale.
Data ultimo aggiornamento: 22/12/2009