La malaria: gestione pluridisciplinare in urgenza di una situazione clinica poco frequente
La malaria costituisce uno dei più gravi problemi sanitari nel mondo. La WHO ha stimato che ogni anno 300-500 milioni di persone nelle aree tropicali e sub-tropicali contraggano la malaria e che oltre due milioni di ammalati muoiano a causa dellinfezione. La trasmissione avviene attraverso la puntura di zanzara (la specie Anopheles Gambiae è la più diffusa).Linfezione malarica, endemica nei paesi in via di sviluppo, per effetto degli scambi sempre più frequenti di tipo commerciale, turistico, umanitario-, sta progressivamente interessando anche i paesi come lItalia, che per ragioni geografiche risentono più di altri dei flussi migratori.
Una profilassi rigorosa permette di prevenire efficacemente linfezione; tuttavia le misure preventive non vengono sempre adottate dai viaggiatori.
La diagnosi, in genere agevole, e la terapia instaurata tempestivamente sono in grado di controllare e guarire linfezione. Nel caso in cui, invece, lesordio subdolo ed i sintomi sfumati inducano un ritardo nella diagnosi, linfezione assume caratteri di particolare gravità, mettendo a rischio la vita del paziente.
Il 6 aprile 2007 è giunta alla nostra attenzione una giovane paziente, che dopo un soggiorno per motivi di lavoro nellAfrica Centrale, aveva presentato, al rientro in Italia, febbre e malessere generale, che, trattati come sindrome influenzale, non solo non si erano risolti, ma si erano progressivamente aggravati, portando infine al ricovero nel reparto di Rianimazione II, diretto dal Prof. Giorgio Iotti. La sintomatologia era dominata da febbre, obnubilamento del sensorio ed iniziale insufficienza renale. La diagnosi di malaria è stata immediatamente formulata dal Responsabile del Reparto di Malattie Infettive, Prof. Lorenzo Minoli; i Rianimatori hanno supportato la paziente nelle sue funzioni vitali.
Tuttavia, viste le condizioni gravemente compromesse e lelevato numero di globuli rossi circolanti parassitati dal Plasmodio malarico, dopo consulenza pluridisciplinare al letto del malato, si è deciso di intervenire immediatamente con una procedura di scambio eritrocitario per rimuovere la maggior quantità possibile di globuli rossi parassitari e sostituirli con emazie normali.
Questa procedura, di elevata tecnologia, è stata messa in atto dal Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale diretto dalla dott.ssa L. Salvaneschi, nella persona del Dott. Cesare Perotti, assistito dallInfermiera Daniela Bressan. Lo strumento utilizzato (vedi fig.1) è un separatore cellulare di ultima generazione, gestito da un software dedicato, che permette in breve tempo (circa novanta minuti) di sostituire la totalità dei globuli rossi del paziente con emazie sane e con rischi procedurali minimi per il paziente stesso.
Questa strategia si è rivelata particolarmente efficace ed ha permesso il recupero pressoché completo delle funzioni vitali della paziente nel giro di 48 ore circa e la risoluzione dellinfezione per effetto dellopportuna terapia farmacologica.
Il caso è particolarmente importante in quanto mette in evidenza come la competenza tecnica, unita alla gestione pluridisciplinare, in ambiente altamente specializzato possa risolvere positivamente situazioni cliniche molto serie e comportare la restituttio ad integrum del paziente.
In figura, il separatore cellulare COM TEC Fresenius